La vergine delle ossa

Autore: Luca Masali
EditoreCastelvecchi
Prezzo: 18  euro
Pagine: 448
Anno: 2010

Ispirato a una storia vera A fine Ottocento, nel manicomio di Collegno si incrociano i destini di molte anime perse: il famoso psichiatra Cesare Lombroso, celebrato per il metodo scientifico con cui riesce a distinguere, grazie a una riga e un compasso, l’uomo di genio dal delinquente, la brava ragazza dalla prostituta, il criminale dal pazzo furioso.

Un certo Salgari Emilio, che a seconda dell’ondivagare della sua pazzia, si crede ora capitano di mare, ora scrittore. Marianna, una donna di vita triste e inguaiata. E infine, un delinquente nato, talmente pazzo da aver ripudiato persino il suo nome: si fa chiamare con le iniziali U.G. e passa le sue giornate in manicomio a creare una delirante scultura di ossa.

Ossa di vacca, di donna, di pollo, non v’è differenza: ogni ossicino viene finemente scolpito con figurine primitive, di grande forza evocativa.

Sullo sfondo, i delitti di un mostro sanguinario e inafferrabile che sventra giovani prostitute. In un crescendo di orrore e morte, U.G. scoprirà che nemmeno la pazzia potrà salvarlo dal suo passato: ricordi atroci che – in un romanzo ispirato a una storia vera – si trasformano in imprevedibili colpi di scena.

Avvenimenti deliranti come incubi, sullo sfondo di una realtà che persino i più coraggiosi tra gli uomini avrebbero paura di affrontare. Estratto: «Era nudo, inchiodato a terra da paletti acuminati di legno che gli trapassavano i palmi delle mani e i piedi.

La terra era secca e screpolata, come quello che resta dopo che il sole ha asciugato una risaia. Argilla grigia, dura come il ferro, come quella in cui suo padre si ammazzava di lavoro a piantare il riso, nelle lontane terre del Vercellese.

Tra le zolle secche scivolava il suo sangue, reso denso dal sole. […] L’aria ferma del pomeriggio venne mossa da una inaspettata brezza leggera, che gli portò alle narici un vago profumo di fiori. L’odore dolciastro si mescolava alla puzza acida del suo sangue e al pulviscolo argilloso.

Faticosamente, girò la testa dalla parte da cui proveniva l’odore. E la vide. La Vergine Maria veniva verso di lui, sospesa a mezz’aria. Non camminava, ma sembrava spinta dalla brezza, come una barca su un lago. Quando fu abbastanza vicina, U.G. vide che era vestita solo di un vapore bianco che la avvolgeva come un manto.

Brevi lampi di un verde intenso si accendevano di tanto in tanto dalle sue mani, attorno al suo volto, dai seni e dal ventre, diffondendosi immediatamente nel vapore che avvolgeva l’apparizione. U.G. cercò di gridare, ma dalla sua bocca non uscì nessun suono.

La Vergine si inginocchiò vicino a lui, e con la mano gli accarezzò la fronte. La sua pelle era fresca e innaturalmente liscia. […] La Vergine gli passò la mano sul petto reso infuocato dalla febbre, e dalle sue dita partì ancora un breve lampo verde, che gli diede una sensazione di intensa felicità. Terrorizzato, U.G. si rese conto che nonostante l’allucinante sensazione il suo corpo reagiva alla carezza della donna…»

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