La piccola patrona vola sui tetti di Viterbo

di Giuseppe Ferlicca

– Rosa. Ancora una volta. Per le vie della città. Sopra Viterbo.

La piccola Santa ha volato con le ali della fede di tanti viterbesi e con la devozione dei Facchini che hanno portato a compimento un trasporto straordinario. Ancora una volta.

E’ il secondo di Fiore del Cielo.

Ad assistere, tanta gente.Più del solito, trattandosi di un venerdì sera.

La Macchina non ha deluso. Ha toccato il cuore di chi per ore ha atteso lungo il percorso di poter scorgere prima una luce lontana, poi la sua possente figura, sempre più vicina, con un incedere deciso, fiero dettato dal suo motore umano.

I facchini.

Salutati dalle migliaia di persone su strade e piazze, acclamati al loro passaggio mentre vanno verso la Macchina.

Per loro, cori da stadio. Si canta l’inno. E chi non conosce le parole si arrangia con un classico “Popporò” per accompagnare la musica. Sono loro i protagonisti.

A piazza Fontana Grande li salutano con palloncini bianchi e rossi da una parte, blue e bianchi dall’altra. E un cartello eloquente: “Quelli che…la Macchina di Santa Rosa tutto l’anno”.

I facchini anche stavolta non si sono risparmiati. Hanno sofferto, faticato fino al liberatorio momento in cui la Macchina è stata posata al sagrato di Santa Rosa.

La conclusione di un’altra giornata memorabile, di un trasporto cominciato alle 21.26, quando a piazza San Sisto si sono spente le luci e pochi minuti dopo, alle 21.33 Fiore del Cielo ha iniziato il suo cammino, sotto la guida del capofacchino Sandro Rossi.

Prima la preghiera e la benedizione, quindi l’incitamento del sindaco Giulio Marini. “Vi ringrazio – ha detto rivolgendosi ai facchini – per lo sforzo e la sofferenza che mettete. Sono con voi fino all’ultimo, che portate fino al monastero l’emblema della nostra città”.

Un cammino cominciato tanti anni fa. “Era il 4 settembre 1258 – ha ricordato il vescovo Lorenzo Chiarinelli – quanto tutto questo è iniziato”.

A piazza Fontana Grande, Fiore del Cielo è circondata da una nube d’incenso. Il primo abbraccio alla città. Ce ne saranno altri. Alle 21.56 l’arrivo in piazza del Comune. Il saluto alle autorità in Comune e Provincia.

C’è tempo per valutare le novità. Tra i facchini i nuovi ciuffi sono l’argomento principale. Buoni, anche se forse scivolano un po’.

Il tempo passa in fretta. Il capofacchino richiama tutti. Si riparte. Piazza delle Erbe, poi la sosta al Suffragio. Quindi piazza del Teatro. Dove una pioggia di petali invade ogni spazio. L’ultimo abbraccio di Fiore del Cielo, prima dello sforzo finale. La salita che porta al sagrato.

Uno sforzo di tutti. “Ce la portiamo col cuore”. E’ l’esortazione del capofacchino. Poi l’incitazione finale. “Santa Rosa avanti”. E le corde che arrivano ad aiutare per far salire la Macchina.

Danno una mano tutti, com’è tradizione. Anche il sindaco Marini.

Fiore del Cielo sale. Sempre di più. Le corde si staccano. Il peso della Macchina è tutto sui facchini che sono rimasti sotto. L’ultima fatica.. Fiore del Cielo gira su se stessa. Poi con una leggerezza incredibile si poggia sui sostegni.

E all’improvviso la stanchezza si trasforma in gioia incontenibile. Non ha più voce, ma è soddisfatto Sandro Rossi.

Pure il sindaco Marini ha il fiato corto per la fatica. Ma riesce a dire: “E’ stato un trasporto straordinario”. E’ il miracolo di Santa Rosa, che anche quest’anno ci ha invitato a guardare verso l’alto.

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